Una ripartenza… da medaglia d’oro. È quello che si aspetta l’Italia dell’economia e del lavoro, dopo l’estate scolpita nella storia sportiva tricolore dagli azzurri del pallone e dai campioni a cinque cerchi. Certo, il Paese ora sogna di correre veloce come Marcell Jacobs, e di volare alto sulla scia di Gimbo Tamberi, per tornare ad abbracciarsi nella Wembley di una nuova era post Covid. Ma viene spontaneo chiedersi se abbiamo muscoli abbastanza pronti, tra ritardi e false partenze, per affrontare una sfida che ha tutto il sapore di una finale da dentro o fuori. Senza altri appelli.
«Certamente le imprese vengono da un anno e mezzo debilitante – osserva la presidente di CNA Veneto Ovest Cinzia Fabris – perché come abbiamo ripetuto a più riprese, i cambi di governo in corsa e la poca visione strategica nelle misure da mettere in atto hanno dimostrato tutta la mancanza di una vera idea di Paese. E in fondo è soltanto questo che il mondo produttivo chiede, qualsiasi sia il colore della casacca di chi siede al comando».
Adesso però i bookmaker dicono che l’allenatore… è quello giusto.
«Mario Draghi ha rappresentato un chiaro cambio di passo da un punto di vista istituzionale. La sua maggioranza è complessa, ma l’unità di intenti fino a qui difesa oltre ogni attrito ha consentito di velocizzare diversi passaggi impantanati nei meccanismi della burocrazia. Tante scelte si sono rivelate in parte in continuità con il governo precedente, questo va detto. Ma è evidente che il solo profilo internazionale del nuovo premier ha contributo a rinforzare giorno dopo giorno un clima di crescente ottimismo per il futuro».
E infatti, casualità o no, i livelli di fiducia raggiunti in questi ultimi mesi dalle imprese hanno raggiunto valori record, migliori perfino dello stesso periodo pre pandemico.
«È presto per dire se siamo di fronte alla vigilia di un nuovo miracolo economico – avverte Fabris – ma certamente il contesto è quello giusto, nonostante le macerie che si sta tuttora portando dietro un’emergenza mondiale non ancora alle spalle, è bene ricordarlo».
Quindi qual è l’atteggiamento giusto con cui affrontare l’ultimo importante miglio prima dell’uscita definitiva dal tunnel?
«Occupiamoci del presente. Questo è il messaggio forte che abbiamo scelto di portare avanti come associazione in questi mesi: un invito a una ripartenza che non si limiti a guardare lontano, ma che cominci a costruirsi già oggi. Le aziende hanno bisogno adesso di risposte e certezze, non possono andare avanti nell’eterna promessa di tempi migliori»
«Occupiamoci del presente. Questo è il messaggio forte che abbiamo scelto di portare avanti come associazione in questi mesi: un invito a una ripartenza che non si limiti a guardare lontano, ma che cominci a costruirsi già oggi. Le aziende hanno bisogno adesso di risposte e certezze, non possono andare avanti nell’eterna promessa di tempi migliori. È il momento di ricordarci tutti che un buon futuro è soltanto un presente costruito per bene mattone su mattone, con coraggio, caparbietà e senza paura».
Qual è allora il migliore oggi per le imprese?
«Da parte loro – prosegue Fabris – le aziende non devono commettere l’errore di farsi trascinare dal clima di euforia e crescente dinamicità lavorativa per tornare a essere come prima. Quel prima infatti non esiste più. Il Covid ci ha costretto a imparare una lezione amara, ma proprio per questo utile a farci crescere: ogni azienda, di qualsiasi dimensione, deve dotarsi adesso di un’adeguata preparazione e di un metodo con cui affrontarlo al meglio questo presente, così da non avere più incertezze di fronte alle incognite del domani. E prima sapremo leggere le esigenze nascoste del nostro quotidiano, prima impareremo a pesare con responsabilità ogni nuova mossa. Ma presente per le imprese deve significare anche avere il coraggio di fare scelte controcorrente. A cominciare dai giovani».
«Presente per le imprese deve significare anche avere il coraggio di fare scelte controcorrente. A cominciare dai giovani. I giovani sono giovani oggi, con le loro idee, la loro creatività, la loro voglia di sbagliare e ricominciare. Cioè tutto ciò che da sempre fa parte del processo di nascita e rinnovamento di ogni impresa. Per questo vogliamo spingerli a riprendersi il loro tempo».
In altre parole: se non ora, quando.
«I giovani sono giovani oggi, con le loro idee, la loro creatività, la loro voglia di sbagliare e ricominciare. Cioè tutto ciò che da sempre fa parte del processo di nascita e rinnovamento di ogni impresa. Per questo vogliamo spingerli a riprendersi il loro tempo. Devono tornare protagonisti del cambiamento, all‘interno delle imprese, che non vuol dire distruggere completamente il passato, ma approcciarsi con capacità e sensibilità a ruoli di crescente responsabilità. E noi adulti dobbiamo avere il coraggio di essere al loro fianco con fiducia e pazienza, dando loro spazio senza smettere di essere guide sagge. E questo non a caso sarà il filo conduttore del CNA Next 2021, l‘evento nazionale dei Giovani Imprenditori CNA che quest’anno siamo riusciti a portare a Vicenza, di scena venerdì 1 ottobre in Basilica Palladiana. Sarà un momento per ricordare che il domani inizia adesso, ma solo per chi punta a un presente con cui fare strada».