Scatta da mercoledì 1° aprile l’obbligo di indicare la provenienza dell’ingrediente primario nelle etichette alimentari. La disposizione è contenuta nel Regolamento UE 2018/775 e punta a contrastare le frodi in campo alimentare, prevenendo la contraffazione e le pratiche commerciali sleali che danneggiano i mercati interni.
Cosa cambia per le imprese
L’indicazione dell’origine dell’alimento è inclusa nell’elenco delle indicazioni obbligatorie previste all’art. 9 del Regolamento UE n. 1169/2011 in materia di etichettatura.
Con la nuova direttiva (regolamento 775/2018), viene introdotto l’obbligo di indicazione dell’origine dell’ingrediente primario quando il paese d’origine o il luogo di provenienza di un alimento riportato sull’etichetta non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario.
L’indicazione obbligatoria potrà essere inserita attraverso due diverse modalità:
- indicando l’origine dell’ingrediente primario;
- indicando che il paese d’origine o il luogo di provenienza è diverso da quello dell’alimento.
I prodotti esclusi
Sono esclusi dall’obbligo i prodotti alimentari protetti da indicazioni geografiche, o salvaguardati da accordi internazionali o marchi d’impresa registrati (nei casi in cui questi ultimi costituiscano un’indicazione dell’origine).
Sono inoltre esclusi tutti i prodotti sfusi.
Ok ai prodotti già sul mercato e allo smaltimento di imballaggi ed etichette esistenti
Il disciplinare UE prevede che gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima della data di applicazione del presente regolamento (ovvero prima del 1° aprile 2020) possano essere commercializzati sino ad esaurimento delle scorte.
In aggiunta a ciò, il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente stabilito che, visto il periodo di difficoltà eccezionale attraversato dalle imprese nella fase di emergenza da Covid-19, è consentito lo smaltimento entro il corrente anno, delle scorte di imballaggi ed etichette che risultino nella disponibilità delle imprese prima del 1° aprile 2020.
Dall’Italia richiesta di estendere l‘obbligo
L’Italia, attraverso le istanze della Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova e del Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha chiesto ai Commissari Ue alla salute e all’agricoltura di estendere l’obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti (come si è già sperimentato in questi anni con latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, derivati dal pomodoro).
Restano le informazioni già obbligatorie in etichetta
Attualmente, come previsto dalle normative nazionali, in etichetta restano obbligatorie le informazioni su determinati prodotti, come il latte, che deve riportare sulla confezione il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o di trasformazione, o la pasta, che deve riportare l’origine del grano.
Ciò secondo un principio di trasparenza verso il consumatore che l’Italia ha già messo in atto da diversi anni e continuerà a perseguire con forza e determinazione.