Legge Bilancio 2020: le novità per il settore costruzioni
Una sintesi delle misure fiscali di specifico e diretto interesse per il settore delle costruzioni
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Eliminazione dello sconto in fattura 

La legge di Bilancio 2020 rivede l’ambito di applicazione dello sconto in fattura per quel che riguarda gli interventi agevolabili con il Sismabonus e con l’Ecobonus. In particolare, dal 1° gennaio 2020, tale possibilità di fruizione dei bonus fiscali – in alternativa alla detrazione diretta, o della cessione del credito – resta in vigore per i soli i lavori di risparmio energetico di importo pari o superiore a 200.000 euro, effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali

Lo sconto in fattura continua, dunque, ad essere consentito solo per i lavori di risparmio energetico, purché qualificati come ristrutturazioni importanti di primo livello (incidenza superiore al 50% della superficie complessiva dell’edificio), e che interessino l’impianto termico per il servizio di climatizzazione invernale e/o estiva asservito all’intero edificio. 

Lo sconto viene rimborsato all’impresa sotto forma di credito di imposta, da utilizzare in compensazione (tramite F24) in 5 quote annuali di pari importo, o da cedere ai propri fornitori di beni e servizi, con esclusione di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi. Rimane in ogni caso esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari.

Proroga Bonus edilizia e Ecobonus 

Viene prevista la proroga sino al 31 dicembre 2020 dei bonus fiscali in scadenza a fine 2019. In particolare la proroga riguarda la detrazione per interventi di riqualificazione energetica di singole unità immobiliari, nel rispetto della rimodulazione delle aliquote riconosciute per singola tipologia di intervento (legge di Bilancio 2018).

Resta ferma l’applicabilità fino al 31 dicembre 2021 dell’Ecobonus per lavori energetici eseguiti su parti comuni condominiali e del Sismabonus. Viene prevista, inoltre, la proroga al 31/12/2020 della detrazione IRPEF per gli interventi di recupero edilizio delle abitazioni, nella misura rafforzata al 50% su un massimo di spese pari a 96.000 euro.

La proroga a tutto il 2020 riguarda anche: 

  • la detrazione del 50% per l’acquisto di abitazioni facenti parte di edifici interamente ristrutturati da imprese (detrazione da applicare sul 25% del prezzo d’acquisto, sempre nel massimo di 96.000 euro). Resta fermo il recupero in 10 anni della detrazione spettante; 
  • la detrazione del 50% per l’acquisto e realizzazione di box pertinenti alle abitazioni; 
  • la detrazione IRPEF per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, che si applicherà ancora, per un importo massimo di spesa di 10.000 euro, nella misura del 50% delle spese. 

Bonus facciate 

La legge di Bilancio introduce per il 2020 una detrazione del 90% per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (“Bonus facciate”). 

Laddove l’intervento effettuato (ove non sia di mera pulitura o tinteggiatura esterna) influenzi dal punto di vista termico l’edificio ovvero interessi più del 10% dell’intonaco della superficie disperdente complessiva, questo deve soddisfare le modalità di calcolo delle prestazioni energetiche e dei requisiti minimi degli edifici, oltre a quelli in termini di trasmittanza termica.

l’agevolazione viene ammessa esclusivamente per le spese relative ad interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi; è fruibile soltanto sotto forma di detrazione d’imposta, ripartita in 10 quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno di sostenimento delle spese e nei 9 successivi.

La battaglia di CNA a difesa delle imprese

CNA è convinta che le nuove norme introdotte dal decreto fiscale non rispondono alle esigenze del tessuto economico italiano, fatto soprattutto di micro, piccole imprese, che molto spesso non hanno al loro interno una struttura amministrativa che permette di controllare le ritenute della filiera degli appalti in maniera così capillare. 

Per questo l’associazione tutta rinnova la richiesta al Governo di cancellare l’art. 4, sottolineando che i fenomeni di omesso versamento delle ritenute sui dipendenti nell’ambito degli appalti possono essere agevolmente contrastati consentendo all’Agenzia delle Entrate di conoscere in tempo reale la stipula di contratti di appalto senza creare nuove bizzarre e costose procedure che ricadono sulle imprese.

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