Con l’approvazione in Commissione Industria del Senato dell’emendamento al Ddl annuale per le PMI, si compie un passo atteso da anni: prende ufficialmente il via la riforma della Legge Quadro sull’artigianato, a quasi quarant’anni dall’approvazione della storica legge 443 del 1985.
Il provvedimento affida al Governo una delega di nove mesi per riscrivere le regole del settore, con l’obiettivo di razionalizzare e aggiornare la normativa, adeguandola alle trasformazioni del mercato, della tecnologia e dell’impresa artigiana di oggi.
La riforma punta a:
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valorizzare la figura dell’imprenditore artigiano, anche nelle sue componenti ideative, progettuali e creative;
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favorire la trasmissione intergenerazionale delle competenze e la sostenibilità economica, sociale e ambientale delle imprese;
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promuovere nuove forme di aggregazione tra artigiani per rafforzarne la competitività;
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tutelare l’uso del termine “artigianale”, riservandolo alle imprese iscritte agli albi di settore.
È un passo storico che riconosce la centralità dell’artigianato come asse portante della crescita economica e della coesione sociale. Dopo quarant’anni, si apre l’occasione per costruire un quadro normativo capace di sostenere il ricambio generazionale, coniugare tradizione e innovazione e rilanciare un modello imprenditoriale che è presidio di qualità, lavoro e identità locali.
Cosa succede ora
Con l’emendamento approvato, la palla passa al Governo, che dovrà predisporre i decreti legislativi di attuazione della riforma entro nove mesi. Prima della loro adozione definitiva, i testi passeranno al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, chiamate a esprimere i pareri su contenuti e impatti finanziari. Una volta completato l’iter, l’Italia potrà finalmente contare su una nuova Legge Quadro dell’artigianato, capace di rappresentare la realtà produttiva di oggi e sostenere quella di domani.


