Da città “smart” a vera città circolare, facendo squadra per un consumo responsabile delle risorse e una produzione industriale sensibile alle esigenze dell’ambiente. Ha fatto tappa virtuale oggi a Vicenza il tour di Generazione SpreK.O, l’iniziativa finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato in partnership tra Cittadinanzattiva e AICS. Il progetto, che prevede 10 appuntamenti digitali in tutta Italia, è partito da Napoli lo scorso dicembre e dopo Vicenza concluderà il tour a Roma a luglio. L’obiettivo è chiamare attorno allo stesso tavolo i principali stakeholder nel territorio (Comune, istituzioni, utility, imprese, sistema trasporti), per attivare progetti attivi di ridefinizione del modello urbano dei consumi, al fine di arrivare a delle vere città a prova di spreco.
All’incontro virtuale per la città di Vicenza hanno partecipato Mattia Ierardi (assessore protezione civile, agricoltura, infrastrutture, verde pubblico e arredo urbano Città di Vicenza), Gianmaria Origgi (Edison Servizi energetici e ambientali), Gianfranco Vivian (amministratore unico Aim), Silvia Garziera (Viacqua), Maristella Dalla Costa (Svt) e Diego Zarantonello (responsabile Health Safety Environment CNA Veneto Ovest).
Al centro della strategia condivisa tanta tecnologia, come quella che può rendere smart gli edifici e i trasporti di nuova generazione della Vicenza che verrà. Ma soprattutto un cambio di approccio, che consenta di considerare la lotta allo spreco non soltanto come un impegno civico e sociale, bensì come una vera opportunità di creare nuovo valore in termini di risorse, competenze e opportunità professionali. Da questo punto di vista, Vicenza parte già sulla buona strada avendo raggiunto il 76% di rifiuti riciclati sulle quasi 71 tonnellate raccolte ogni anno (il dato era il 41% solo nel 2006), centrando già oggi il target minimo fissato dall’Unione Europea per il 2035. Ora la sfida è spingere oltre questa nuova cultura di rispetto per le risorse, che aiuti le imprese e i cittadini ad alzare ulteriormente l’asticella.
«Tendenzialmente le imprese di territorio che noi rappresentiamo – ha spiegato ai partecipanti Diego Zarantonello, responsabile Health Safety Environment CNA Veneto Ovest – vengono considerate “lontane” da queste tematiche che ormai sono la quotidianità per le istituzioni e le grandi industrie. In realtà l’azienda familiare – tipologia imprenditoriale che in cui si riconosce la stragrande maggioranza di attività della nostra provincia – di fatto ha insito nel suo dna un modello basato sull’utilizzo responsabile delle risorse, senza sprechi, e in questo dunque può essere maestra. Certo si può fare di più e meglio: per riuscirci però dobbiamo trasmettere alle piccole attività il valore concreto dell’essere circolari, anche in termini economici. La nostra sfida come CNA è accompagnarle in questo percorso, insegnando loro a fare un passo dopo l’altro, consolidando le buone pratiche prima di lanciarsi troppo avanti, e imparando ad avere pazienza prima di vedere i risultati attesi. Ma soprattutto lavoriamo per far capire loro la differenza tra efficienza e efficacia: ci sono modelli sbagliati su cui si può intervenire per renderli efficienti, ma restano modelli sbagliati. Per diventare efficaci vanno ripensati, anche con il coraggio di cambiare diametralmente paradigma».
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