Ddl Concorrenza, la rabbia dei tassisti veneti
Campostrini (Presidente Taxi CNA Veneto): «Riaprire il confronto iniziato nel 2018 e mai concluso».
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tassisti veneti sciopero 24 novembre ddl concorrenza

Sul Ddl Concorrenza è scontro frontale tra il governo e i tassisti del Veneto, con questi ultimi pronti ad aderire alla mobilitazione nazionale in programma per mercoledì 24 novembre. Il Disegno di legge della discordia è stato approvato in Consiglio dei Ministri con un decreto per la revisione della disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea. Ed è proprio questo l’elemento che ha scatenato la protesta a fronte compatto della categoria: se le intenzioni sono infatti quelle di adeguare l’assetto regolatorio alle innovative forme di mobilità, non mancano tuttavia notevoli elementi di preoccupazione.

 

«Non vi è alcun dubbio che sia necessario adeguare la mobilità nelle città ai nuovi comportamenti dell’utenza – si legge in una nota diffusa dalla Presidenza nazionale CNA Taxi – ma questa deve restare all’interno di una cornice legislativa che tenga conto dei modelli di impresa degli operatori che oggi garantiscono il trasporto pubblico non di linea, ovvero imprese artigiane singole o organizzate in cooperative o consorzi. Occorre però ricordare che la revisione della normativa del trasporto pubblico non di linea era già iniziata nel corso del 2018»

 

In Veneto il sistema conta 734 taxi con autoveicoli, di questi 547 nei comuni di capoluogo e 187 nei rimanenti. A tirare le fila della protesta è la presidente regionale Taxi CNA Daniela Campostrini.

 

 «Chiediamo di essere riammessi ai tavoli di concertazione già attivi – spiega Campostrini –. Nella Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza del 4 agosto 2017 veniva già concessa al Governo una delega per esercitare, insieme al Ministero dei Trasporti e il Ministero dello sviluppo economico, la normativa relativa la settore; questa normativa è ancora in itinere. Noi avevamo partecipato ad un tavolo di concertazione in cui era stata definita la linea ed eravamo in attesa di ricevere l’emanazione di tre decreti attuativi che potevano modificare in particolare il decreto sul REN-Registro elettronico Nazionale per capire l’offerta del servizio, ovvero quanti NCC, quante autorizzazioni e quante licenze sono state rilasciate sul territorio e quante effettivamente sono operative, un dato che non si conosce».

 

L’altra questione che ha scatenato il mal di pancia della categoria riguarda le piattaforme tecnologiche e web che stanno ostacolando gli operatori imponendo condizioni economiche su cui gli stessi non hanno alcuna forma di controllo.

 

«Diventa fondamentale in questa fase – prosegue Campostrini – distinguere le piattaforme di pura intermediazione da quelle con intenti di carattere finanziario. Noi siamo imprenditori individuali, e ci siamo organizzati in cooperative e associazioni investendo insieme risorse su strumenti e applicazioni nostre, pensati per agevolare l’interazione con l’utente finale. Oggi invece soffriamo la concorrenza di servizi alternativi, che propongono l’intermediazione a pagamento costringendoci a combattere contro di loro o a farne parte alle loro condizioni, venendo subordinati in una sorta di caporalato occulto».

 

CNA punta il dito in particolare con una riforma del trasporto pubblico iniziata nel 2018 ma rimasta incompiuta. La richiesta condivisa è per il riavvio del dialogo con l’obiettivo di fare ordine nel settore e normare le tecnologie digitali, definire normative certe che regolino il comparto in maniera definitiva per far emergere tutte le forme di illegalità presenti e valorizzare gli operatori che nel rispetto delle regole si impegnano a garantire i servizi, mettendo fine a continui interventi legislativi che non permettono nessuna pianificazione degli investimenti.

 

«Oltre alla riapertura dei tavoli di concertazione – conclude Campostrini – CNA chiede in seconda battuta lo stralcio dell’articolo 8 del Ddl Concorrenza: pur lavorando nel settore pubblico siamo delle microimprese artigiane sulle quali proprie cooperative hanno investito molto in termini economici per innovare l’intermediazione tra la domanda e l’offerta».

Nella serata di martedì 23 novembre è prevista l’assemblea territoriale del comparto, nella quale tutti gli operatori avranno modo di condividere il proprio punto di vista per presentare una voce compatta alle istituzioni.

Foto Unsplash

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