Caldaie a gas, slitta il divieto del 2029. La Commissione Europea ha deciso di ritirare l’ipotesi di introdurre, a partire dal 1° settembre 2029, il divieto di vendita delle caldaie alimentate a gas. Una scelta che mette fine a mesi di incertezza per il settore del riscaldamento e chiarisce il quadro per imprese, installatori e famiglie.
Il cambio di rotta arriva prima dell’approvazione definitiva del nuovo regolamento Ecodesign e non modifica gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, ma ne cambia l’approccio: niente stop immediato alle caldaie a gas, bensì un percorso graduale di transizione energetica basato su incentivi, soluzioni ibride e tecnologie più efficienti.
Una decisione attesa dal settore
Il possibile stop alle caldaie a gas dal 2029 aveva sollevato numerose criticità, soprattutto in un Paese come l’Italia, caratterizzato da un patrimonio edilizio datato e da impianti di riscaldamento che difficilmente possono essere convertiti in tempi rapidi a sistemi full electric.
Il ripensamento di Bruxelles viene quindi letto da CNA Veneto Ovest come un segnale di maggiore attenzione alle reali condizioni tecniche ed economiche del settore.
È una scelta di buon senso perché evita uno shock improvviso per le imprese e per le famiglie, mantenendo però fermo l’obiettivo di ridurre le emissioni nel medio-lungo periodo. La transizione energetica si fa con gradualità, non con forzature.
Transizione energetica: il ruolo delle soluzioni ibride
Nel nuovo scenario europeo, la caldaia a condensazione resta uno strumento di transizione, soprattutto se inserita in sistemi più evoluti. L’Unione Europea continua infatti a puntare su tecnologie a maggiore efficienza energetica, come pompe di calore, impianti ibridi e soluzioni alimentate da fonti rinnovabili o combustibili verdi.
La linea è chiara: non bloccare il mercato con divieti immediati, ma orientare le scelte attraverso gli incentivi. In questo senso, dal 1° gennaio 2025 non sono più previsti incentivi per impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili, mentre restano incentivabili le soluzioni compatibili con la transizione energetica.
Il messaggio per le imprese è chiaro il futuro del riscaldamento va verso sistemi integrati, efficienti e sempre più sostenibili. I termoidraulici avranno un ruolo centrale nel guidare famiglie e aziende verso queste scelte.
Il nodo italiano: servono regole chiare e programmazione
Resta aperta la questione nazionale. In Italia il quadro normativo e degli incentivi è ancora frammentato e necessita di un allineamento definitivo alle indicazioni europee. CNA Veneto Ovest sottolinea l’urgenza di una programmazione chiara, che consenta alle imprese di pianificare investimenti, formazione e aggiornamento professionale.
CNA Veneto Ovest continuerà a seguire l’evoluzione normativa e a rappresentare le esigenze dei termoidraulici associati, affinché le politiche energetiche siano sostenibili non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e occupazionale.
Serve un calendario certo e condiviso che accompagni l’uscita graduale dalle tecnologie più obsolete e sostenga davvero chi investe in soluzioni innovative. Solo con regole stabili e tempi realistici la transizione può diventare un’opportunità di sviluppo per le imprese del territorio.
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