No a concessioni “per settore”, sì al rispetto dei requisiti di sicurezza come unico parametro per la riapertura. È l’appello che si alza a gran voce dai professionisti del settore benessere e cura della persona di CNA Veneto Ovest (estetisti, acconciatori, saloni di bellezza e tattoo), che non hanno gradito il mancato inserimento della loro categoria tra le attività che potranno rialzare la serranda dal 4 maggio. E lo sconcerto monta in rabbia, di fronte all’ipotesi ventilata dal Premier Conte di un’apertura a calendario non prima di giugno.
«Impensabile – evidenzia Valeria Cazzola, Portavoce Estetica CNA Veneto Ovest e rappresentante regionale per la categoria -: le nostre aziende sono già allo stremo delle forze. E non ha senso bloccare a priori un intero settore, soprattutto se si considera che moltissimi si sono adeguati subito alle stringenti disposizioni del Protocollo di sicurezza nazionale rinnovato il 24 aprile, per cui attendono solo il via libera per poter tornare a lavorare in tutta sicurezza. Per loro, per i dipendenti e per i clienti».
«In questa fase – aggiunge Michela Splendore, Portavoce Acconciatori – il Governo sembra ragionare secondo una incomprensibile “strategicità” dei settori, privilegiando le realtà più strutturate. In realtà i titolari del nostro comparto si stanno già facendo in quattro per essere in regola. Se dall’esecutivo non ritengono che questi sforzi siano sufficienti, che ci dicano cos’altro dobbiamo fare: noi lo faremo. Purché ci consentano di tornare a dare un servizio ai nostri clienti».
L’appello di CNA è soprattutto per una decisa presa di posizione che consenta di tornare a governare una situazione altrimenti fuori controllo.
«Proliferano gli abusivi ovunque – aggiunge Cazzola -, e moltissimi colleghi sempre ligi alle regole ormai faticano a resistere alla stessa tentazione di fare da sé, per risolversi un problema che lo Stato sembra non vedere. Non capiamo soprattutto come non si voglia riconoscere che il Veneto è più avanti di altre regioni nella curva discendente del contagio, riconoscendoci quella libertà di tornare a lavorare che ci siamo guadagnati con gli sforzi immani dell’ultimo mese, come imprese e cittadini».
«Auspichiamo che la Regione si faccia avanti – chiude Giorgio Pillan, acconciatore e membro della direzione di CNA Veneto Ovest – portando avanti la nostra causa, e individuando nelle maglie della normativa la possibilità di intervenire a nostra tutela, come accaduto con il settore dell’edilizia, dove in qualche modo si è giocato d’anticipo rispetto alle disposizioni nazionali. Le piccole imprese e le partite Iva nel settore della cura della persona sono un patrimonio fin troppo calpestato: già normare la possibilità di vendita di prodotti cosmetici potrebbe essere un primo gesto di apertura. Di certo ci aspettiamo un segnale forte e concreto. Non ci accontentiamo di promesse».
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