Trasporti nel caos, CNA Fita pressa il governo
Non basta il Dl Energia: chiesti interventi urgenti per far fronte al caro carburanti. E intanto il 19 marzo giornata di manifestazioni nazionali.
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trasporti manifestazione 19 marzo

Il settore autotrasporti è nel caos a causa del caro carburanti e della stessa reperibilità delle forniture, che rendono impossibile la pianificazione delle attività di movimentazione merci. È la denuncia che parte compatta da Unatras (il coordinamento di CNA e delle altre associazioni di rappresentanza del comparto), ora in pressing sul governo per chiedere interventi urgenti con cui sostenere un settore in ginocchio.

 

I dati parlano di un taglio di forniture di oltre il 50%, che impatta a catena su tutti gli utenti finali con allarmanti ripercussioni. Dito puntato non solo contro le tensioni internazionali, ma anche e soprattutto contro i rischi di sacche speculative da parte di operatori senza scrupoli.

 

In queste ore va avanti il dialogo con l’esecutivo a livello nazionale. Lo scorso 24 febbraio i vertici Unatras hanno incontrato la viceministra alla mobilità Teresa Bellanova, con cui è stata definita l’intesa sul Dl Energia, che riconosce importanti misure di sostegno anche alle attività di trasporto. Ma gli operatori stessi evidenziano come il precipitare repentino degli avvenimenti induca alla necessità di altri strumenti di supporto per non fermare il Paese.

 

 

Aumenti sempre più incontrollabili

 

L’aumento del gasolio sembra non conoscere soste. A oggi il picco supera i 2 euro al litro anche per il self, valore ormai uniformatosi a quello della benzina. I rincari colpiscono anche il gas naturale liquefatto (GNL), che nel mercato di Amsterdam ha superato i 335 euro per Mwh. In concreto, secondo la Staffetta Quotidiana Petrolifera, significa un prezzo medio alla pompa tra 2,094 euro (self) e 2,140 euro (servito) al chilogrammo.

 

Aumenta anche il gasolio venduto extra-rete e in questo caso emergono episodi di riduzione delle forniture alle imprese di autotrasporto sia merci che persone. La quotazione oscilla tra 1,40 euro a 1,67 euro al litro (iva esclusa) secondo l’area geografica (al sud generalmente è più costoso). Negli ultimi sei mesi il prezzo del carico di un’autocisterna di gasolio è cresciuto a circa 50mila euro, circa 13.000 euro in più rispetto a sei mesi fa.

 

La situazione dovrebbe far considerare alle imprese di autotrasporto il chiedere un costante adeguamento tariffario alla committenza o, nel caso tali richieste di aumenti non dovessero aver soddisfazione, a considerare la possibilità di lasciare i camion – ma anche i pullman per il trasporto merci o persone – fermi nei piazzali perché non sono più in grado di lavorare se non in perdita.

 

 

Aggiornamento dei costi indicativi

 

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per fortuna e finalmente ha ripreso a pubblicare l’aggiornamento dei costi indicativi di riferimento dell’attività di autotrasporto merci.

L’ultima pubblicazione di tali valori è avvenuta il 27 novembre 2020. La tabella dei costi unitari per km è aggiornata alla data del gennaio 2022. La valutazione degli incrementi dei costi di acquisto dei mezzi, degli pneumatici e dei pezzi di ricambio, nonché delle spese per bollo, assicurazioni, ammortamento, pedaggi e costi dei dipendenti è stata compiuta sulla base del tasso di inflazione registrato dall’ISTAT da novembre 2020 ad oggi. La valutazione dell’incremento delle spese per l’energia è stata compiuta sulla base dell’aumento del costo del gasolio, sempre dal novembre 2020 a gennaio 2022, come risultante dai dati riportati nella pagina del ministero della Transizione ecologica.

 

 

Manifestazioni nazionali il 19 marzo

«L’autotrasporto per il momento non intende fermarsi: sabato 19 marzo ci saranno delle assemblee proprio per evitare quello che sta succedendo in alcuni territori». Sono queste le parole di Patrizio Ricci, presidente di CNA Fita, che ribadisce la presa di responsabilità da parte del comparto della logistica e della distribuzione, consapevole che un fermo del servizio comporterebbe gravi difficoltà per il Paese.

Il riferimento è alle notizie di un possibile fermo dei mezzi già per lunedì 14 marzo, due giorni prima del nuovo incontro previsto con la viceministra Bellanova. Ipotesi che Unatras ha scelto di non sostenere.

«Non deve passare il concetto che mancherà la merce sugli scaffali, abbiamo assicurato le forniture anche durante l’emergenza covid, non dimentichiamolo – sottolinea Ricci – ma servono delle soluzioni e delle risposte urgenti da parte del Governo». 

Secondo l’Unione delle sigle dell’autotrasporto, il recente stanziamento di 80 milioni di euro per contributi sui pedaggi, gas naturale, AdBlue e deduzioni forfettarie non basta infatti per affrontare l’impennata dei costi dei carburanti. Le imprese, afferma una nota congiunta «non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti e c’è la possibilità che potrebbero decidere di fermarsi in maniera spontanea in alcune zone del Paese perché sarebbe economicamente più conveniente». L’unione avverte che «la situazione è diventata drammatica. Continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti”. Le manifestazioni del 19 febbraio «rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative».

 

 

Dl Energia, le misure per l’autotrasporto

 

È in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge Energia (n. 17/2022), conseguente all’intesa tra Unatras e governo, con misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

 

Tra gli interventi, diverse misure per le attività di autotrasporto (articolo 6 del Decreto) per un complessivo di 80 milioni di euro ripartiti con questi obiettivi:

  • una riduzione dei pedaggi autostradali per il 2022, la cui erogazione verrà gestita dal Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori operante presso il ministero;
  • aumento di 5 milioni di euro per l’anno in corso delle risorse per la deduzione forfettaria di spese non documentate (la diaria passerà da 48 a 52 euro);
  • un credito d’imposta del 15% alle imprese dotate di veicoli di ultima generazione EuroVI/D sul costo di acquisto, al netto dell’Iva, del componente AdBlue.
  • un credito di imposta per l’acquisto di metano liquefatto, riconosciuto nella misura del 20% delle spese sostenute per l’acquisto del GNL.
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