Concordato preventivo, anche in Veneto è un flop
I dati dell'indagine CNA: adesioni sotto il 10%, un altro 8% sta valutando. Pesano sfiducia nei confronti del fisco e le aspettative per il nuovo anno.
mario piotto CNA

Mario Piotto

Responsabile Comunicazione Istituzionale

Concordato preventivo flop

La risposta delle imprese vicentine e veronesi al concordato preventivo biennale è stata tiepida. Un’indagine condotta da CNA su un campione di attività idonee ha rivelato che, a ieri, solo l’8,14% ha formalizzato l’adesione, mentre un altro 8,22% sta ancora valutando l’opzione. Anche se tutti gli indecisi optassero per aderire, il totale non supererebbe comunque il 16,36%. 

Parliamo della misura che prevede di formalizzare un patto tra attività d’impresa (o professionisti) e Fisco per concordare i redditi ed il valore della produzione netto previsto per il prossimo biennio, al fine di fissare in anticipo la tassazione e ottenere in cambio un trattamento premiale. La misura è allettante per le attività che prevedono stabilità o incrementi di fatturato, ma nonostante tale aspetto ha raccolto risultati al di sotto delle attese.

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C’è da fare una prima distinzione: il concordato conviene realmente alle imprese con alti Indici Sintetici di Affidabilità, perché in quel caso la stima prevista dal Fisco per il prossimo anno è effettivamente coerente con l’anno precedente. Chi invece ha Isa bassi rischia davvero di pagare molto di più. Ma anche tra quelli che vi troverebbero un reale vantaggio, serpeggiano sentimenti di sfiducia, perché di fatto si “ipoteca” una somma concordata senza sapere come andrà l’anno, e sapendo che si potrà rinunciare all’adesione al concordato solo in caso di catastrofi e calamità che impattino per almeno il 30% sul fatturato.

Sabrina Scomazzon

Financial Advisor, CNA Veneto Ovest

Un altro problema è legato al fattore tempo. Il quadro del concordato è stato definito solo agli inizi di ottobre, e per associazioni e professionisti il margine per valutare attentamente assieme alle imprese l’effettiva utilità di un’adesione al concordato è estremamente limitato.

La scadenza del 31 ottobre per aderire è troppo stringente per trasmettere alle aziende tutte le informazioni necessarie con cui valutare la scelta migliore. Il vero problema è che dalle risorse del concordato dovremmo recuperare i fondi necessari per finanziare molte delle misure previste dalla legge di bilancio, mirate ad abbattere il costo del lavoro. Auspichiamo quindi che il governo accolga le richieste di CNA per una proroga, così da garantire alle imprese coinvolgibili il tempo per valutare i pro e contro, ed eventualmente attivarsi.

Alessandro Leone

Direttore Generale, CNA Veneto Ovest

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